Per strade e a proposito di lune e di tramonti
With luck ... I shall
patch together a content
of sorts. Miracles occur,
if you care to call these spasmodic
trials of radiance miracles.
S.Plath
Per strade ferrate
A me - viaggiatrice
attenta
alle piccole cose
a certi chiaroscuri
agli odori e ai sapori
che ne richiamano
altri lontani o remoti
non segnalati da agenzie e bedecker
a quel nesso sottile
che supera il quotidiano
eppure lo esalta -
indovinare negli occhi
di questo singolare compagno
di viaggio
altri spazi
altro stile di vita
forse un’affinità solo metafisicamente
immaginata.
Giugno 1980
Contrasti
Le strade invase
e i giardini
i giardini restano segreti
con petunie oleandri
e gambe e spalle nude
e acconciature
sciamano giovani svagati
aghi
pigramente bucano ricami
ricami incominciati secoli fa
e ancora
nella quiete appartata
contano le ore
del pomeriggio calante
gli altri venuti in frotte
agitano l’aria intorno
e io curiosa inseguo
la traccia dei teatranti
ritmi contrari
il nesso non è inteso e lo spettacolo
lo perdo
estranea comunque nel contarsto.
Santarcangelo, 4 Luglio 1980
La parata
strette le strade
e silenzio
verdi i recessi
il gentile mischiato al ghetto
e diviso da muri
alti e argini e alberi
e in piazza c’è la parata
e maschere e mimi
si contendono
questo pubblico in erba
tamburi
e trombe trampoli grida
c’è questa realtà
dentro comincia l’incantamento
e già lontane le sento
le parole di chi guida le gesta
dei giovani attori
e sottili legami insinuano
trame
al di fuori di questo presente.
Ferrara, 29 Agosto 1980
Ancora per strade
dal bordo luminoso
di un mare di nuvole sorge questa luna
di ottobre
e il sapore dell’aria
ambiguo
rimescola
fine principio
stagioni e luoghi
e il senso di questo nuovo miraggio.
Tramonto a Fara Sabina
suggerimento
o sfida
a poetare -
è vero che ieri lunghe dita rosate
lo trafiggevano il cielo
nel tramonto
e a quella punta
di gioia o malessere
ho trasalito.
e oggi di un altro cielo
c’è qualcuno
che me ne suggerisce l’incanto.
16 Novembre 1980
Fantasie e libere associazioni
(“Prima che la festa finisca” del Teatro Potlach di Fara Sabina)
I
In bilico
sul finire dell’anno
c’è lì fuori ancora una rosa
che arditamente
sfida la neve
o risplende arrossata
in questi tramonti stregati -
e mi viene la voglia
matta
di esserci dentro alle cose
e intanto osservo lo schiudersi incerto
di questa indecifrabile gemma
che racchiude tutto
e niente.
1.1.1981
II
Io aspetto
che la metafora sbocci
sfolgorante
è ben reale
che io sia qui e il pubblico
murati
e l’altra realtà
ch’è finzione è fuori di noi
di me posso dirlo
e dentro c’è questo silenzio
questo aspettare
e lì intorno vita fragore
e l’immagine
della tensione
(che anche per me vale)
a lasciare luoghi e cercarne altri
congeniali
ma è come un sogno la vita stessa
se mai mi sveglierò
il silenzio sarà fuori di me
e dentro l’eco soltanto della festa.
Roma, 23.1.1981
III
(Febbraio)
ecco
i giorni più lunghi
prima appena un poco
poi già si nota che la luce sfuma
a lungo in chiare nebbie
rosa
e il profilo ondulato
dell’orizzonte affoga
in azzurri estenuati -
e c’è un’inquietudine
ch’è nostalgia del buio
del letargo d’inverno
poichè infine troppo tira
tutto questo fervore.
21.2.1981
IV
(gli ospiti)
il tonfo leggero del gatto sul letto
evoca sogni fantasmi
che abitano
queste ore di una notte
che fuori ha i lampi
di fari che passano radi
e ha stelle che brillano
questi punti di luce riflessi
di luci che tremano
sulle colline di fronte
e c’è questa visita
al buio
questo passare a controllo
che tutti gli ospiti
in casa
riposino ok e la notte
cammina adagio e ritorna a oriente.
Febbraio 1981
V
Un vagito di suono
una nostalgia di musica
di festa
e lo scoppio violento dell’invito
(come da piccola il gioco
dell’
io ero)
sono salita su
in cima alla montagna
delle panche
e di lì ho guardato
a chi la sua parte la giocava
e incantata ho cercato
e non lo vedo che
la mia
è già stata omessa cancellata
Bologna, 25 e 26 Febbraio 1981
VI
Non basta dirlo
per sciorinare versi
che il finale
(pietrificato il ritmo della mattatrice
che col piede
sguazza e calpesta la metafora)
lascia dentro un vuoto
e l’incrociarsi delle strade
è già dietro alle spalle
e non so se
sono io che mi muovo
o se è questa cosa bella
che mi sfugge
Bologna, 25 e 26 Febbraio 1981
VII
Globi luminosi e la luna piena
fuori dal night
luogo posticcio per l’ennesima prova
e non più estranea io leggo
fra le righe di questa stramba realtà
mischio e mi gusto illusione trastullo
tenero tocco
e scopro la seduzione
di chi
musa e mossiere
di questa mia gara audace
mi fa sentire dentro
la voglia
di reinventarmi il cammino.
Bellaria, 15 Giugno 1981
With luck ... I shall
patch together a content
of sorts. Miracles occur,
if you care to call these spasmodic
trials of radiance miracles.
S.Plath
Per strade ferrate
A me - viaggiatrice
attenta
alle piccole cose
a certi chiaroscuri
agli odori e ai sapori
che ne richiamano
altri lontani o remoti
non segnalati da agenzie e bedecker
a quel nesso sottile
che supera il quotidiano
eppure lo esalta -
indovinare negli occhi
di questo singolare compagno
di viaggio
altri spazi
altro stile di vita
forse un’affinità solo metafisicamente
immaginata.
Giugno 1980
Contrasti
Le strade invase
e i giardini
i giardini restano segreti
con petunie oleandri
e gambe e spalle nude
e acconciature
sciamano giovani svagati
aghi
pigramente bucano ricami
ricami incominciati secoli fa
e ancora
nella quiete appartata
contano le ore
del pomeriggio calante
gli altri venuti in frotte
agitano l’aria intorno
e io curiosa inseguo
la traccia dei teatranti
ritmi contrari
il nesso non è inteso e lo spettacolo
lo perdo
estranea comunque nel contarsto.
Santarcangelo, 4 Luglio 1980
La parata
strette le strade
e silenzio
verdi i recessi
il gentile mischiato al ghetto
e diviso da muri
alti e argini e alberi
e in piazza c’è la parata
e maschere e mimi
si contendono
questo pubblico in erba
tamburi
e trombe trampoli grida
c’è questa realtà
dentro comincia l’incantamento
e già lontane le sento
le parole di chi guida le gesta
dei giovani attori
e sottili legami insinuano
trame
al di fuori di questo presente.
Ferrara, 29 Agosto 1980
Ancora per strade
dal bordo luminoso
di un mare di nuvole sorge questa luna
di ottobre
e il sapore dell’aria
ambiguo
rimescola
fine principio
stagioni e luoghi
e il senso di questo nuovo miraggio.
Tramonto a Fara Sabina
suggerimento
o sfida
a poetare -
è vero che ieri lunghe dita rosate
lo trafiggevano il cielo
nel tramonto
e a quella punta
di gioia o malessere
ho trasalito.
e oggi di un altro cielo
c’è qualcuno
che me ne suggerisce l’incanto.
16 Novembre 1980
Fantasie e libere associazioni
(“Prima che la festa finisca” del Teatro Potlach di Fara Sabina)
I
In bilico
sul finire dell’anno
c’è lì fuori ancora una rosa
che arditamente
sfida la neve
o risplende arrossata
in questi tramonti stregati -
e mi viene la voglia
matta
di esserci dentro alle cose
e intanto osservo lo schiudersi incerto
di questa indecifrabile gemma
che racchiude tutto
e niente.
1.1.1981
II
Io aspetto
che la metafora sbocci
sfolgorante
è ben reale
che io sia qui e il pubblico
murati
e l’altra realtà
ch’è finzione è fuori di noi
di me posso dirlo
e dentro c’è questo silenzio
questo aspettare
e lì intorno vita fragore
e l’immagine
della tensione
(che anche per me vale)
a lasciare luoghi e cercarne altri
congeniali
ma è come un sogno la vita stessa
se mai mi sveglierò
il silenzio sarà fuori di me
e dentro l’eco soltanto della festa.
Roma, 23.1.1981
III
(Febbraio)
ecco
i giorni più lunghi
prima appena un poco
poi già si nota che la luce sfuma
a lungo in chiare nebbie
rosa
e il profilo ondulato
dell’orizzonte affoga
in azzurri estenuati -
e c’è un’inquietudine
ch’è nostalgia del buio
del letargo d’inverno
poichè infine troppo tira
tutto questo fervore.
21.2.1981
IV
(gli ospiti)
il tonfo leggero del gatto sul letto
evoca sogni fantasmi
che abitano
queste ore di una notte
che fuori ha i lampi
di fari che passano radi
e ha stelle che brillano
questi punti di luce riflessi
di luci che tremano
sulle colline di fronte
e c’è questa visita
al buio
questo passare a controllo
che tutti gli ospiti
in casa
riposino ok e la notte
cammina adagio e ritorna a oriente.
Febbraio 1981
V
Un vagito di suono
una nostalgia di musica
di festa
e lo scoppio violento dell’invito
(come da piccola il gioco
dell’
io ero)
sono salita su
in cima alla montagna
delle panche
e di lì ho guardato
a chi la sua parte la giocava
e incantata ho cercato
e non lo vedo che
la mia
è già stata omessa cancellata
Bologna, 25 e 26 Febbraio 1981
VI
Non basta dirlo
per sciorinare versi
che il finale
(pietrificato il ritmo della mattatrice
che col piede
sguazza e calpesta la metafora)
lascia dentro un vuoto
e l’incrociarsi delle strade
è già dietro alle spalle
e non so se
sono io che mi muovo
o se è questa cosa bella
che mi sfugge
Bologna, 25 e 26 Febbraio 1981
VII
Globi luminosi e la luna piena
fuori dal night
luogo posticcio per l’ennesima prova
e non più estranea io leggo
fra le righe di questa stramba realtà
mischio e mi gusto illusione trastullo
tenero tocco
e scopro la seduzione
di chi
musa e mossiere
di questa mia gara audace
mi fa sentire dentro
la voglia
di reinventarmi il cammino.
Bellaria, 15 Giugno 1981